Il significato della Pentecoste secondo Rudolf Steiner

Oggi 28 maggio 2023, ricorre la Pentecoste, e a tal proposito, invece che uno dei miei articoli che animeranno questo blog da ora in avanti, condivido una brano tratto della conferenza "Pentecoste: la festa della liberazione dello spirito umano" tenuta da Rudolf  Steiner a Berlino il 23 maggio 1904. Un brano che vi invito a meditare oltre che a leggere.


<<Il sacrificio di Cristo è un esempio del fatto che l'uomo sarà capace di dispiegare una forma di coscienza superiore dalla sua vita sul piano fisico. L'individualità inferiore vive nel corpo fisico, ma deve essere accesa affinché l'Io superiore possa svilupparsi. Solo allora i “rivi di acqua viva” potranno scorrere anche dal corpo fisico umano. Allora lo Spirito Santo potrà apparire, e riversarsi sull'umanità. L'uomo in quanto essere Io, deve diventare come morto a questa esistenza fisiologica.

Qui è veramente racchiuso quello che è il cristianesimo vero e proprio, e viene incorporato anche il mistero più profondo della festa di Pentecoste. L'uomo vive principalmente nel suo organismo inferiore, nella sua coscienza permeata dai desideri. È giusto che sia così perché solo questa coscienza può fornirgli la consapevolezza del suo vero scopo, che è quello di ottenere la libertà. Ma egli non deve rimanere in essa, viceversa deve elevare il suo Io alla natura dei Devas. Deve sviluppare il Deva che è in sé, farlo nascere, in modo che diventi uno spirito di guarigione: uno Spirito Santo. Per questo, però, deve sacrificare consapevolmente il suo corpo terreno, deve sentire il "muori e diventa", in modo che non rimanga "un ospite tenebroso " di questa "terra oscura".

Così il Mistero Pasquale si rivela appieno solo se analizzato in rapporto con il mistero della Pentecoste. Vediamo l'Io umano esemplificato dal Divino Rappresentante che si toglie il sé inferiore e che muore per trasfigurare completamente la natura fisica e offrirla di nuovo al Divino. L'Ascensione è il simbolo di questo. Quando l'uomo avrà trasfigurato il corpo fisico e lo avrà offerto di nuovo allo spirituale, allora sarà maturo per ricevere la vita spirituale che si riversa in lui, per sperimentare ciò che si chiama la "venuta dello Spirito Santo" secondo la dichiarazione di Colui che è il più grande Rappresentante dell'umanità. Per questo si dice:

"Tre sono i testimoni sulla terra. lo Spirito, l'acqua e il sangue ".

La Pentecoste è l'effusione dello Spirito nell'umanità.

Il più grande obiettivo dell'umanità è espresso simbolicamente nella festa di Pentecoste; cioè che l'uomo deve progredire di nuovo, dalla vita intellettuale a una vita spirituale: come Prometeo è stato liberato dalle sue sofferenze da Ercole, così l'umanità sarà liberata dalle sue sofferenze dalla forza dello Spirito. Grazie al fatto che l'uomo è sceso nella materia, egli ha ottenuto l'autocoscienza. Ascendendo di nuovo, diventerà un Deva autocosciente. Coloro che veneravano gli Asuras e ravvisavano i Devas come esseri di natura satanica, che non hanno voluto scendere nelle profondità più inferiori, hanno visto questa discesa come qualcosa di diabolico.

Anche questo è riferito pure nella mitologia greca. Il rappresentante degli stati di coscienza non liberi - il contemplatore - colui che non vuole giungere alla redenzione in piena libertà, e che quindi è l'avversario di Prometeo - è Epimeteo. Zeus gli dà il vaso di Pandora, il cui contenuto - sofferenze e pestilenze - ricade sull'umanità quando il vaso viene aperto. L'unico dono che rimane è la speranza; la speranza che un giorno anche lui, l’uomo, nel suo stato futuro, raggiungerà questa coscienza più alta e più chiara. Gli rimane la speranza di essere liberato. Prometeo sconsiglia di accettare l’ambiguo dono del dio Zeus. Epimeteo non obbedisce al fratello, ma accetta il dono. Il dono che riceve Epimeteo non vale tanto quanto quello del fratello Prometeo.

Così vediamo che ci sono due possibilità offerte agli uomini. Certi si aggrappano al senso di libertà e, anche se è pericoloso sviluppare lo spirituale, lo cercano in libertà comunque. Gli altri sono quelli che trovano la loro soddisfazione in una vita monotona e in una fede cieca e che sospettano pericoli negli sforzi luciferici dei loro consimili. Coloro che hanno fondato le forme esteriori della dottrina della chiesa hanno distorto il significato profondo dello sforzo luciferico. Gli antichi insegnamenti in materia sono contenuti in manoscritti nascosti in luoghi non rivelati, dove quasi nessuno li ha visti. Pochi sono in grado di vederli nella luce astrale e comunque sono pochi gli iniziati. Il cammino è comunque pieno di pericoli, ma è l'unico che conduce alla meta sublime della libertà spirituale.

Lo spirito dell'uomo dovrebbe essere libero e non ottuso. Questo è anche il vero scopo del Cristianesimo. La salute e la guarigione sono collegate con il Sacro. Uno spirito che è santo, può guarire, libera gli uomini dalle sofferenze e dalle piaghe. L'uomo è sano e libero quando si libera dalla schiavitù del suo stato fisiologico. Perché solo lo spirito liberato è quello sano, il cui corpo non è più rosicchiato da un'aquila.

Così la festa di Pentecoste deve essere intesa come simbolo della liberazione dello spirito umano, come il grande simbolo della lotta umana per la libertà, per la coscienza della sua libertà.

Se la festa di Pasqua è una festa di resurrezione nella natura, la festa di Pentecoste è un simbolo della presa di coscienza dello spirito umano, la festa di coloro che conoscono e riconoscono, e che, compenetrati interamente da questo, partono alla ricerca della libertà.

Quei movimenti spirituali dei tempi moderni che portano alla percezione del mondo spirituale nella chiara coscienza di veglia, non in trance, né sotto ipnosi, sono quelli che portano alla conoscenza di simboli tanto significativi . La chiara coscienza, che solo lo spirito può liberare è ciò che ci riunisce nella Società Teosofica. Non è la parola da sola a consentire ciò ma è lo spirito a dargli il suo vero significato. Lo spirito che emana dai grandi Maestri passa attraverso quei pochi che possono dire:

"So che ci sono i grandi Adepti che erano i fondatori del nostro movimento spirituale, non della nostra società ";

questo spirito si riversa nella nostra civiltà attuale e le conferisce gli impulsi per il futuro.

Lasciamo che una scintilla di comprensione di questo Santo Spirito fluisca ancora nella malintesa festa di Pentecoste, allora essa sarà ravvivata e riacquisterà significato. Vogliamo vivere in un mondo che capiamo. Coloro che celebrano le feste senza pensarci sono i seguaci di Epimeteo. L'uomo deve vedere ciò che lo unisce a ciò che lo circonda e anche a ciò che è invisibile nella natura. Dovremmo sapere qual è la nostra posizione. Perché noi esseri umani non siamo condannati ad una esistenza onirica e semi-oscura, ma siamo destinati a sviluppare il dispiegamento libero e pienamente consapevole di tutto il nostro essere.>>

(Rudolf Steiner, O.O. n.93. Traduzione di Mark Willan dall' originale tedesco.

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