Alimentazione cosmica, breve introduzione
di Luca Della Rosa (indagatore dell’io) | pubblicato il 7 ottobre 2023
Sul tema dell’alimentazione ci sono un’infinità di libri. Pochi giorni fa al supermercato mi sono stupito nel vedere un’intera parete di libri dedicati a che cosa mangiare, a diete e ricette. Io stesso che mi sono occupato per anni di allenare atleti agonisti nelle discipline degli sport da combattimento, ho studiato e praticato diversi regimi alimentari. Spesso mi sono trovato di fronte a pensieri contrastanti. Addirittura nello stesso libro vi erano teorie che si contraddicevano a vicenda. La mia stessa esperienza di allenatore in sport da combattimento, mi ha permesso di sfatare tanti falsi miti alimentari che erano la conseguenza di una visione parziale dell’essere umano e, di conseguenza, della sua alimentazione. Io stesso ho fatto fatica nei miei studi a trovare autori e argomenti che affrontassero questo argomento da un punto di vista più ampio, includendo anche quello “non materiale”.
Nel mio cammino ho cercato di approfondire prima la conoscenza dell’uomo e della natura anche al di là del piano visibile (la Maya) e materiale, per poi affrontare l’elaborazione, la trasformazione e la conservazione dei cibi. Ho fatto in modo che la mia visione andasse oltre l’aspetto fisico delle cose, per comprenderne gli aspetti più sottili che, in modo approssimativo, possiamo definire soprasensibili. Essendo un argomento molto complesso, ho cercato di renderlo fruibile, semplificando il livello di comprensione ove possibile per permettere di fare propri i processi che intervengono dal momento in cui ci relazioniamo con il cibo, lo assimiliamo ed eliminiamo le parti di rifiuto. Non mi riferisco solo a quelle parti relative al campo della biologia.
Si tratta di processi assimilabili per complessità a quelli che si mettono in moto durante la gestazione. La formazione di un bambino non è un fatto che riguarda solo la madre e in modo più marginale il padre, ma nel processo di gestazione tutto il cosmo entra in gioco, perché la Vita promana dalle sfere spirituali più alte e non può essere ridotta al concetto materialistico dell’incontro tra due cellule. Analogamente, quando mangiamo, mettiamo in moto dei processi complicati che coinvolgono l’intero macrocosmo. Il mio intento in questo articolo è di dare una visione che non si riduca a fornire indicazioni culinarie o dietetiche o sulle calorie e sulle sostanze materiche che un cibo può portare nel nostro organismo, ma piuttosto è quello di comprendere che è necessario chiarire di volta in volta tutte le forze che entrano in gioco nell’uomo durante il processo alimentare.
La nostra coscienza nel momento in cui mangiamo si riduce al solo fatto che mastichiamo e al gusto e le sensazioni che può darci il cibo. È invece interessante comprendere quali forze entrano in gioco e in quali ambienti si svolge il processo di elaborazione oltre la nostra cavità orale. Quindi, come avviene in tutti i suoi aspetti, anche in quelli soprasensibili, la digestione e l’assimilazione del cibo,come i nostri organi principali, sono coinvolti in questo processo. Ciò può anche portarci a comprendere la funzione igienica dell’alimentazione per il funzionamento di determinati organi o per lo sviluppo di determinate malattie.
Con questa nuova visione, comincerei approfondendo ciò che la parola stessa “alimentazione” racchiude in sè. La parola potrebbe essere scomposta in tre parti: -“Ali” che potremmo considerare simile al prefisso “AL” o “EL” della lingua araba o ebraica, e quindi al significato che nelle due lingue citate richiamano questi prefissi per collegarsi con l’elemento divino/spirituale. Sappiamo che “EL” è la parte finale del nome di tutti gli Arcangeli. La terza parte invece è costituita da “azione”, che già intuitivamente richiama l’agire. In questo caso però è conseguenza di una volontà legata allo spirito (AL) attraverso la parte centrale della parola che è “menta”.
Infatti la parte centrale può essere considerata sia come la corrispondente all’accezione fisica propria del termine “mento”, cioè come mento parte della testa che permette l’introduzione del cibo dalla bocca e la sua masticazione, sia all’accezione legata al termine “mente”, e quindi introdurre il concetto di alimentazione che si basa sulla partecipazione del cervello al processo nutrizionale. Ho cominciato dunque a introdurre il concetto che noi tutti abbiamo un tipo di alimentazione fisica, già ampiamente conosciuto e studiato, ma anche uno molto più sottile che si svolge attraverso l’attività del cervello. Ciò porterà a scoprire che nel nostro cervello ci sono 7 zone specifiche che potremmo definire“stomaci mentali”,ciascuno con la sua precisa funzione.
Se ci soffermiamo a pensare al fatto che l’aspetto esteriore dell’intestino e del cervello si assomigliano molto, possiamo ipotizzare di avere due intestini, uno per il cibo “materiale” ed uno per il cibo “sottile”.
Luca Della Rosa
(Prima parte della serie di articoli che ho pubblicato a partire dal numero 29 di AGHAPE MAGAZINE)