Alimentazione cosmica: uomo, natura e sopranatura.

L’uomo è costituito da sette parti: la componente fisica è solo una di queste e tutte hanno necessità di essere alimentate. Ogni parte è strettamente collegata ed influenzata dalle altre, e, se una si nutre in modo inadeguato, anche le altre parti possono avere conseguenze. Per ottenere una visione esatta dell’uomo è necessario approfondire la conoscenza della Natura. La cultura predominante nella nostra civiltà vede la Natura come l’insieme di tre regni: quello minerale, vegetale e animale, a cui appartiene l’uomo come l’essere più evoluto appartenente a quest’ultimo regno. I regni che dobbiamo racchiudere come rappresentazione della natura, sono invece quattro, in quanto la teoria di Darwin e quindi l’idea dell’uomo come quella di un animale evoluto non fa parte di questa visione. Per spiegare meglio, partiamo dal seguente schema che illustra in modo sintetico i 4 regni e gli elementi che compongono il  protagonista di ciascun regno:


-uomo: corpo fisico, corpo eterico-vitale, corpo astrale, Io

-animale: corpo fisico, corpo eterico-vitale, corpo astrale

-vegetale: corpo fisico, corpo eterico-vitale

-minerale: corpo fisico 


In questo articolo esamineremo il regno minerale e quello vegetale. Nel regno minerale la caratteristica principale è il corpo fisico: con una forma definita, solida, tridimensionale e incompenetrabile e come corpo fisico anche quella di avere un peso. Osservando un oggetto qualsiasi, chiunque può evincere come questo sia composto da materiale inorganico e morto. In generale, il mondo della fisicità è portatore di processi di morte. Ci si potrebbe chiedere quindi se concimare con un concime di sostanze minerali, equivalga a concimare con sostanze organiche. Il mondo al di sopra del regno minerale è il mondo delle piante, ovvero il regno vegetale. Esse sono solide e hanno un peso, quindi hanno un corpo fisico, ma la differenza con i minerali è il loro processo metabolico e riproduttivo, in quanto hanno la capacità di nutrirsi, di assimilare e di riprodursi. Quel qualcosa in più rispetto al minerale chiamato corpo eterico o corpo vitale, patrimonio di tutti gli esseri viventi.

Pur non avendo peso e pur non essendo percepibile attraverso i sensi fisici, è responsabile delle funzioni vitali non solo nelle piante, ma anche negli animali e negli uomini (per esempio un uomo in stato di coma si dice appunto che “vegeta”). Si potrebbe immaginare l’etericità come una sostanza molto tenue che riempie tutto lo spazio dalla terra alla stella più lontana e che agisce sulla materia in determinate condizioni. La compenetra, porta in movimento. Pur sapendo che la materia risponde alle leggi sulla disgregazione e della gravità, si sa anche che le leggi della vita si contrappongono alle leggi della morte. Quella parte della materia catturata dalle forze di vita viene portata verso l’alto a formare un corpo coeso. Ma nel momento stesso in cui le forze di vita abbandonano quella parte di materia, questa torna ad essere soggetta alle forze di morte e quindi perde la verticalità e si disgrega. Visto che le forze eteriche tendono a sollevare verso la periferia del cosmo opponendosi alle forze che regolano la materia, potremmo chiamarle forze di levità. Già solo osservando il corso della vita di un uomo o anche di una sola giornata si può avere un’immagine dell’azione delle forze di vita e il loro legame con la levità: nel corso degli anni infatti l’uomo subisce un impoverimento delle forze vitali e tende a ingobbirsi, in quanto i suoi dischi vertebrali vengono sottoposti ad una maggiore influenza delle forze di gravità. Ma anche in una sola giornata possiamo osservare che durante il mattino, il nostro corpo si manifesta fresco e sostanziato da forze di vita, mentre procedendo verso la sera, a causa della stanchezza, le forze vitali si affievoliscono e si perde in parte il portamento eretto e fiero che si manifesta invece appena alzati. Sono concetti che vanno ripresi e sviluppati, ma per ora, ciò che ho cercato di spiegare in breve, ci deve servire a comprendere che una pianta è una sostanza minerale che viene portata in flusso e circolazione. La circolazione linfatica, come linfa ascendente, diventa espressione di questo flusso, cioè di questo movimento verso l’alto. Infatti la linfa è ricca di minerali e porta sostanza fisica fino all’estrema periferia della pianta, che è rappresentata dalla foglia, cioè quella parte della pianta in cui avviene l’incontro con il Sole, centro vitale del nostro sistema di vita. La vita della pianta si sposa con la vita del Sole per poi cominciare la sua fase di ritorno, con la linfa che discende piena di nuova vita per nutrire l’intera pianta. Il ciclo vitale, cioè il processo che ho appena descritto, scandisce un ritmo a cui ci si dovrebbe ispirare per i procedimenti di cottura. La cottura infatti ha lo scopo di arricchire il cibo dal punto di vista eterico, ma secondo pratica e ritmi che necessitano di un’analisi accurata. Non tutta la sostanza minerale afferrata dalle forze eteriche riesce ad essere trasformata e ad offrirsi al Sole nella sua salita. Quella più grossolana infatti rimane legata all’elemento inorganico, morto e viene espulsa. Le piante non disperdono nell’ambiente le sostanze che espellono, ma le accumulano nella corteccia, dimostrando così un profondo rispetto per la vita e il mondo che abitano. Quando parliamo di etericità e di Vita, parliamo di affinità ma non vanno confuse, perché non sono la stessa cosa. 

Mentre si è detto che l’etericità è una sostanza molto fine che compenetra il cielo ed è veicolo per la Vita, la stessa Vita che si manifesta nel corpo eterico, è invece un dono che viene da Dio. Mangiare un vegetale quindi non significa mangiare un pezzo di vita, ma assimilare una parte del corpo eterico del vegetale dove la Vita ha occasione di manifestarsi. Da ciò si intuisce che tale aspetto specifico di vita tenderà a manifestarsi come un vegetale, e se l’uomo che lo mangia non vuole subire un processo di vegetalizzazione, deve attivare in sé un processo di annientamento proprio attraverso l’azione del proprio corpo eterico. Da ciò si evince che quando si mangiano vegetali crudi, si necessita di un corpo eterico in forze, e tanto più il vegetale è vitale, tanto più il nostro corpo eterico deve agire in modo potente. Quando si è ammalati o debilitati sarebbe meglio cibarsi di cibi cotti, perché la cottura, indebolendo in modo importante il corpo eterico del vegetale che stiamo mangiando fa lavorare meno il nostro  corpo eterico impegnato invece a ristabilirci Osservando un oggetto qualsiasi, chiunque può evincere come questo sia composto da materiale inorganico e morto. In generale, il mondo della fisicità è portatore di processi di morte. L’illuminazione quale inizio di profonda umanità dalla malattia o dal nostro indebolimento. Sono considerazioni che faccio sul cibo vegetale perché quando ingeriamo i cibi animali non hanno già più nulla di vitale, e quindi non impegnano il nostro corpo eterico perché da questo tipo di alimenti non ricaviamo alcun nutrimento per il nostro corpo eterico, che è quello che ci mantiene in vita. In altre parole, se il mio corpo fisico è la macchina con cui mi sposto e il mio corpo eterico l’autista di questa macchina, se quest’ultimo non è in grado di guidare perché è debilitato, anche la macchina, se riesce a muoversi non lo potrà fare al meglio.

Luca Della Rosa

(Questo articolo, già da me pubblicato nel numero 4 di AGHAPE MAGAZINE nell’inverno 2023,  comincia a sviluppare un approfondimento collegato al precedente articolo “Alimentazione Cosmica-concetti introduttivi” pubblicato sul numero 3  nell’autunno 2022 e si ispira al corso di approfondimento sulla qualità dell’alimentazione a cura di Enzo Nastati e ad alcune conferenze di Rudolf Steiner in cui ventina affrontato l’argomento trattato sotto questo aspetto)

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